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Le Campagne informative della Protezione Civile della Città di Sulmona, La Campagna Nazionale “IO NON RISCHIO”e Il progetto S.I.S.M.A.
18 ago 2023
Un’iniziativa formativa e informativa sui rischi naturali che «riveste un’importanza strategica in termini di prevenzione non strutturale perché la consapevolezza dei rischi e la conoscenza dei corretti comportamenti da adottare in caso di emergenza rappresentano strumenti indispensabili di cui si può dotare il cittadino per avere un ruolo attivo nella prevenzione. Inoltre in un contesto come il nostro, già fragile di per sé e che appare sempre più compromesso dal cambiamento climatico in atto, è necessario che ogni cittadino faccia la sua parte riducendo la sua esposizione al rischio. Ormai da tempo, e le cronache degli ultimi mesi lo confermano, registriamo un aumento significativo degli eventi estremi; tutto ciò impone di tradurre quella che chiamiamo “cultura della prevenzione” in una pratica quotidiana per ogni scelta individuale e delle comunità. La prevenzione deve diventare il centro delle scelte che quotidianamente siamo chiamati a fare. Quando acquistiamo una casa, ad esempio, o quando iscriviamo nostro figlio a scuola dobbiamo domandarci quali rischi potrebbero interessare quell’area e fare una scelta consapevole».
Fabrizio Curcio – Capo DPC 2022
Io non rischio è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile, ma ancora prima di questo è anche un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera, perché solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza è possibile dire, appunto: “Io non rischio”.
Io non rischio è anche lo slogan della campagna, il cappello sotto il quale ogni rischio naturale viene illustrato e raccontato ai cittadini insieme alle buone pratiche per minimizzarne l’impatto su persone e cose. E in questo caso il termine slogan, che in gaelico significa “grido di battaglia”, è particolarmente appropriato: è la pacifica battaglia che ciascuno di noi è chiamato a condurre per la diffusione di una consapevolezza che può contribuire a farci stare più sicuri.
Come nasce
Il sistema più efficace per difendersi da un rischio è conoscerlo. Questo tipo di conoscenza, per essere realmente utile, di solito comporta un livello di approfondimento che difficilmente può essere comunicato con un semplice spot radiofonico o televisivo.
L’ideale, per un cittadino, sarebbe poter parlare con qualcuno che vive nel suo stesso territorio ed è in grado di raccontargli tutto quello che occorre sapere su terremoto, alluvione, maremoto o su qualsiasi altro rischio, magari incontrandolo direttamente in una piazza della sua città. Ed è qui che si è accesa la lampadina: i volontari di protezione civile!
Da questi presupposti è nata l’idea originaria di Io non rischio: formare i volontari di protezione civile sulla conoscenza e la comunicazione del rischio per poi farli andare in piazza, nella loro città, a incontrare i cittadini e informarli.
Un’idea concepita e proposta nel 2011 da Anpas-Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze e subito sposata dal Dipartimento della Protezione Civile, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ReLUIS-Consorzio interuniversitario dei laboratori di Ingegneria sismica e da Fondazione CIMA, con il contributo della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dell'Anci-Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Le giornate in piazza
Ogni anno, ad ottobre, centinaia di piazze distribuite su tutto il territorio nazionale si colorano di giallo: inizia così il weekend dedicato alla campagna Io non rischio.
I volontari di protezione civile allestiscono un gazebo informativo in una piazza della loro città per parlare di uno o più rischi che interessano il territorio e illustrare i contenuti dei materiali informativi della campagna.
Quella che avviene in piazza, però, non è un’operazione di volantinaggio. I volontari non si limitano a lasciare il materiale informativo alle persone, ma si fermano a parlare con loro, illustrano le caratteristiche dei rischi e li raccontano anche attraverso allestimenti appositamente realizzati – il totem, la tenda alluvione e la linea del tempo – rimanendo a disposizione per eventuali domande e chiarimenti.
Si tratta dunque di un vero e proprio scambio di sapere e informazioni, un percorso condiviso di conoscenze alla scoperta della storia del territorio e delle buone pratiche che ogni cittadino può e deve adottare per difendersi dai rischi.
Durante l’anno, in concomitanza di esercitazioni, workshop, eventi e iniziative rilevanti a livello nazionale o territoriale, vengono organizzate anche “piazze speciali” per favorire la più ampia diffusione dei contenuti della campagna e della conoscenza dei rischi naturali che interessano il nostro Paese.
L'impegno quotidiano nelle piazze digitali
Il web domina lo spazio delle interazioni interpersonali e assorbe un’importante fetta di tempo, energie e attenzione quotidiana di ogni individuo.
Quella che nel 2020 è nata come una necessità dettata dalle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19, si è rivelata nel tempo un’occasione di sviluppo e arricchimento anche per Io non rischio, che ha allargato i propri orizzonti con l'obiettivo di diventare una campagna di comunicazione permanente.
È così, all’appuntamento nelle piazze "fisiche" delle città si è aggiunto, in maniera spontanea, quello nelle piazze "digitali": spazi web nati sui social network più seguiti, Facebook e Instagram, in cui i volontari di protezione civile possono incontrare i cittadini nei luoghi abitualmente più frequentati.
Video, interviste, pillole di protezione civile, card sulle buone pratiche, approfondimenti sui rischi, foto di eventi formativi o informativi: questo e altro popola le pagine social delle Organizzazioni di volontariato che partecipano alla campagna e che diffondono, anche nel mondo digitale, le buone pratiche da adottare per ridurre il rischio.
Link utili:
https://iononrischio.protezionecivile.it/it/
https://iononrischio.protezionecivile.it/it/io-non-rischio/materiali-informativi
#iononrischiosulmona
https://iononrischio.protezionecivile.it/it/io-non-rischio/edizione-2022/piazze
Nel 2003, proprio nell’ottica di sviluppare progetti nell’ambito della Comunità Europea, nasceva ilprogetto S.I.S.M.A. System Integrated for Security ManagenetActievities che faceva riferimento alla“gestione del rischio e prevenzione dei disastri naturali” e si inserisce nell’ambito della programma dicooperazione europea, denominato Interreg IIIB.
Il programma sosteneva progetti di collaborazione internazionale tra soggetti appartenenti ad un’area geografica che si estendeva dall'Europa centrale ai paesi danubiani e balcanici, fino all'Adriatico, denominata CADSES (Central AdriaticDanubian South-Eastern European Space). Il partenariato era così costituito: per l’Italia, Regione Umbria, Regione Emilia Romagna, Regione Marche, Regione Abruzzo e ilDipartimento Nazionale della Protezione Civile; per la Grecia, dalla Prefettura di Atene, dalla RegionePeloponneso e dal Comune di Homeroupolis; per la Slovenia, dall’Agenzia per l’Ambiente dellaRepubblica Slovena; per la Slovacchia, dal ServizioGeologico della Slovacchia individuando, come luoghidella sperimentazione i Comuni di Montone e Offida (perla Regione Marche), Il Comune di Sulmona (per la RegioneAbruzzo), i Comuni di Bagno di Romagna, Forlì e S. Sofia(per la Regione Emilia Romagna), la città di Anavatos(Comune di Homeroupolis), la città di Nafplion(Peloponnese), la città di BanskaStiavnica (rep. Slovacca).
Nel 2006, nell’ambito del modulo PP4 dello stessoprogetto S.I.S.M.A. la Regione Abruzzo, per il tramitedelcoordinatore tecnico Dott. Emilio D. Iannarelli (orafunzionario DPC), aveva posto tra gli obiettivi daperseguire l’incolumità delle popolazioni che vivono nelproprio territorio, adottando “specifiche politiche perl’ambiente e il territorio”. La città di Sulmona (AQ) erastata scelta dalla Regione Abruzzo come caso studio per lamitigazione del rischio sismico nei centri storici,attraverso una metodologia per la valutazione dellavulnerabilità sismica del costruito e gli scenari di rischio inarea urbana.
Da un lato quindi individuare un percorso di previsione, prevenzione, emergenza e ricostruzione deltessuto urbano del centro storico di tipo prettamente strutturale dall’altro il coinvolgimento a pieno delcittadino nelle attività di Protezione Civile.
Nasceva così, nell’ambito del progetto comunitario, la figuradel "Cittadino primo soccorritore di se stesso", un cittadino capace di reagire efficacemente all'eventoaccaduto ed in grado di essere promotore dei primi soccorsi anche per coloro che non sonoautosufficienti.
Il sistema centro storico diveniva così l'oggetto sul quale attivare politiche territoriali che sono condivisee coordinate a livello transnazionale finalizzate alla riduzione del rischio sismico.
Un cittadino bene informato sulle tematiche della Protezione Civile e rischio sismico si sente piùpartecipe in quanto consapevole del suo ruolo attivo. Appunto “soccorritore di se stesso” .
Nel workshop del 9 e 10 febbraio 2006 a Sulmona nasce l’idea di coinvolgere a pieno titolo il sistema dei Borghi e Sestieri del centro storico della città appartenenti a loro volta del sistema “giostra Cavalleresca di Sulmona”.
Il centro storico era suddiviso, come lo è ancora attualmente, in 7borghi e sestieri. Ciascuno di essi è rappresentato da unaassociazione culturale preseduti da un capitano e un consiglio diamministrazione. Associati ad esse i residenti stessi del centrostorico e non solo. Il Capitano del Borgo e sestiere diventareferente per la Protezione Civile. Si divide così naturalmentel’emergenza all’interno del centro storico e in fase di pianificazioneci si baserà sulla struttura interna sociale già consolidata nel temposocialità dello stesso.
Il cittadino diventa il più stretto collaboratore del Sindaco. Essonon è più inteso come soggetto passivo ma soggetto partecipe, portatore di diritti attivi degni diriconoscimento, interlocutore e co-decisore delle politiche del Governo.
L’autonomia del Borgo e del Sestiere serve soprattutto a garantire una semplificazione nella gestione dell’emergenza per un rapido soccorso e per reagireautonomamente ad un evento sismico in attesa dei soccorsi.
Nel mese di Dicembre del 2008 il Comune di Sulmonahafirmato un protocollo d’intesa con i capitani dei Borghi e sestieri del storico della città.
Pagina aggiornata il 24/04/2025